Paolo Pezzaglia è nato a Milano nel 1938.

Alla formazione culturale scientifico-economica (laureato alla Bocconi) associa una fine sensibilità umanistica che si esprime, fin dal 1955, in poesia. Un amore diviso solo con lo sport che pratica a livello agonistico (campione nazionale di hockey su ghiaccio juniores e trofeo Speranze azzurre).
Lasciato lo sport per motivi di salute, dedica sempre più spazio alla poesia e nel 1960 – insieme con Massimo Grillandi, Jacobbi, Bevilacqua e Alda Merini – è finalista al Premio “Lerici Pea”.
Nel 1961 incontra Montale nella sua casa di via Bigli.

È un incontro vivace e proficuo.
Intanto si laurea e nel 1965 sposa Fiorella Pincione, conosciuta sui banchi di scuola, compagna fine e discreta delle sue battaglie nella vita e delle sue avventure culturali.
Il lavoro nell’azienda di famiglia e le grandi responsabilità che ne derivano lo costringono a frenare il suo amore per la poesia, senza però impedire di coltivare, in segreto, il lato umanistico della sua personalità. Infatti, oltre a non abbandonare mai la poesia e la letteratura, studia, tra l’altro yoga, filosofie orientali, esoterismo.
Di lui Giovanni Titta Rosa, leggendo le sue prime poesie inedite, ebbe a scrivere: “Un poeta c’è in queste cose”.
Ha inaugurato con successo la Collana di Poesia Contemporanea “Eos” della Casa Editrice Prometheus con la raccolta L’imbuto rovesciato, 1990, seguita poi nel 1996 da Le rughe della luna, opera vincitrice del 23° Premio Internazionale di Poesia Sicilia 1997 e finalista alla XV Edizione del Premio Firenze 1997.
Pur restio a partecipare alle varie occasioni letterarie, Pezzaglia è stato premiato anche al Premio Internazionale di Milano – Borgo degli Artisti 1990, al Cesare Pavese 1990, ai Premi Città di Savona 1991, Città di Lerici 1995.
È alle stampe una terza raccolta di poesia Le radici del Malincanto.

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